lunedì 12 settembre 2016

LA BICICLETTA DI DIO



 In una calda sera di fine estate, un giovane si recò da un vecchio saggio: "Maestro, come posso essere sicuro che sto spendendo bene la mia vita? 
Come posso essere sicuro che tutto ciò che faccio è quello che Dio mi chiede di fare?"..
 Il vecchio saggio sorrise compiaciuto e disse: "Una notte mi addormentai con il cuore turbato, anch'io cercavo, inutilmente, una risposta a queste domande.
 Poi feci un sogno. Sognai una bicicletta a due posti.
Vidi che la mia vita era come una corsa con una bicicletta a due posti: un tandem.
 E notai che Dio stava dietro e mi aiutava a pedalare.
Ma poi avvenne che Dio mi suggerì di scambiarci i posti. Acconsentii e da quel momento la mia vita non fu più la stessa. Dio rendeva la mia vita più felice ed emozionante.
Che cosa era successo da quando ci scambiammo i posti? Capii che quando guidavo io, conoscevo la strada. 
Era piuttosto noiosa e prevedibile. Era sempre la distanza più breve tra due punti. Ma quando cominciò a guidare lui, conosceva bellissime scorciatoie, su per le montagne, attraverso luoghi rocciosi a gran velocità a rotta di collo. Tutto quello che riuscivo a fare era tenermi in sella! Anche se sembrava una pazzia, lui continuava a dire:
«Pedala, pedala!». Ogni tanto mi preoccupavo, diventavo ansioso e chiedevo: «Signore, ma dove mi stai portando?».
Egli si limitava a sorridere e non rispondeva.
Tuttavia, non so come, cominciai a fidarmi. 
Presto dimenticai la mia vita noiosa ed entrai nell'avventura, e quando dicevo: «Signore, ho paura...», lui si sporgeva indietro, mi toccava la mano e subito una immensa serenità si sostituiva alla paura. 
Mi portò da gente con doni di cui avevo bisogno; doni di amore e gioia. 
Mi diedero i loro doni da portare con me lungo il viaggio. Il nostro viaggio, vale a dire, di Dio e mio.
E ripartimmo.
Mi disse: «Dai via i regali, sono bagagli in più, troppo peso».
Così li regalai a persone che incontrammo, e trovai che nel regalare ero io a ricevere, e il nostro fardello era comunque leggero.
 Dapprima non mi fidavo di lui, al comando della mia vita. Pensavo che l'avrebbe condotta al disastro. 
Ma lui conosceva i segreti della bicicletta, sapeva come farla inclinare per affrontare gli angoli stretti, saltare per superare luoghi pieni di rocce, volare per abbreviare passaggi paurosi. 
E io sto imparando a star zitto e pedalare nei luoghi più strani, e comincio a godermi il panorama e la brezza fresca sul volto con il delizioso compagno di viaggio, la mia potenza superiore.
 E quando sono certo di non farcela più ad andare avanti, lui si limita a sorridere e dice: 
«Non ti preoccupare, guido io, tu pedala!»".

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